RIFLETTORI SU MILANO

CRS Lombardia

di Riccardo Terzi

Con un convegno alla Casa della cultura di Milano ha iniziato la sua attività il CRS-Lombardia, una sezione territoriale del Centro per la Riforma dello Stato che si propone di essere un luogo di elaborazione e di riflessione sulla società del Nord e sulle trasformazioni politiche e sociali che la attraversano.

Il convegno, aperto da una relazione di Giulio Sapelli su «Milano nella transizione italiana», ha analizzato, da diverse angolature, la realtà attuale di Milano e le sue prospettive, cercando di chiarire le ragioni della crisi della politica e segnatamente della crisi della sinistra. Se vogliamo riassumere il senso complessivo dei diversi contributi, dobbiamo in primo luogo prendere in esame il profondo mutamento della struttura sociale e della composizione di classe con il passaggio ad una economia post-fordista, che è avvenuto a Milano in anticipo rispetto al resto del Paese e con una maggiore intensità.

Si tratta di un mutamento che ha sconvolto tutte le vecchie identità collettive e che ha determinato un nuovo orizzonte esistenziale e antropologico a livello di massa, con il prevalere dei meccanismi della competizione individuale dentro una condizione generale di insicurezza. La politica non ha saputo interpretare questo processo e dare rappresentanza ai nuovi soggetti sociali; e in questo vuoto della politica hanno preso forza fenomeni di frantumazione corporativa della comunità e spinte anti-istituzionali, fino al limite di una proposta di secessione e di rottura della solidarietà nazionale.

Ma Milano non è una situazione di declino, è piuttosto il luogo di un dinamismo sociale ancora incerto nei suoi sbocchi e incapace finora di ricostruire le sue legature interne, le sue connessioni istituzionali e sociali. È una società in movimento, senza una chiara consapevolezza della propria identità e dei propri obiettivi. La debolezza della politica diviene allora un limite, un elemento di fragilità che è urgente superare. Milano non ha una forte tradizione politica, perché ha puntato su altre risorse, sulla robustezza della società civile e del tessuto produttivo, ma ora, di fronte alle sfide complesse dell’integrazione internazionale e di fronte alle incertezze e alle insicurezze della competizione globale, la debolezza della politica diviene una debolezza dell’intero sistema. La risposta tecnocratica ed efficientistica, che caratterizza la giunta Albertini, non è sufficiente. Occorre organizzare la società milanese come un sistema territoriale complesso, e ciò implica un nuovo rapporto tra politica e società, valorizzando tutte le risorse, dando voce e rappresentanza al pluralismo degli interessi e attivando processi di concertazione sociale.

Vi è dunque la necessità della politica, ma di una politica innovativa, aperta alla società, al dialogo sociale, non chiusa in se stessa e in una presunzione dirigistica e autoritaria. La società post-fordista richiede, in questo senso, modelli istituzionali diversi dal passato: pluralità delle sedi decisionali, poliarchia, autonomie funzionali, integrazione flessibile di intervento pubblico e di iniziativa privata. Ed è proprio su questo terreno dell’innovazione politico-istituzionale che hanno finora fallito tutti i partiti tradizionali, sinistra compresa. Il risultato di questo processo è la sclerosi della vita politica e la frammentazione corporativa della società. Questo crescente divario di politica e società è assai rischioso, perché si indeboliscono tutti i fattori di coesione e viene meno un’identità collettiva. La Lega ha cercato di proporre un’identità sulla base di una mitologia etnico-nazionalistica che ha ben poco a che fare con la storia di Milano e con la sua tradizione di integrazione e di assimilazione della più diverse culture. L’identità non può essere costruita astrattamente, ma va trovata nei processi reali. E il processo in cui siamo immersi è l’integrazione internazionale, la rete lunga di relazioni con l’Europa e con il mondo. Milano può essere il centro politico ed economico nel quale si costruisce e si regola questa rete sempre più fitta di relazioni internazionali. Ma per questo, appunto, si richiede un salto della politica, oggi attardata e prigioniera ancora di schemi ideologici non più capaci di interpretare e di illuminare i processi reali. Su questi nodi il CRS Lombardia si propone di organizzare, con i prossimi incontri, un lavoro sistematico di aggiornamento politico-culturale.

È l’inizio di un lavoro impegnativo, e ci auguriamo di trovare interlocutori attenti e sensibili per uscire dall’attuale impasse del dibattito politico.


Numero progressivo: H64
Busta: 8
Estremi cronologici: 1998, 21 ottobre
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagine rivista
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Politici - Riflessioni politiche -
Pubblicazione: “Aprile”, 21 ottobre 1998