CINA ITALIA NUOVI RAPPORTI

di Riccardo Terzi

Sono trascorsi oltre vent’anni dalla vittoria della rivoluzione socialista in Cina e dalla formazione della Repubblica Popolare Cinese, e soltanto ora il governo italiano si è finalmente deciso a riconoscere questo nuova realtà politica, stabilendo normali relazioni diplomatiche con il governo di Pechino.

In questi vent’anni tutte forze capitalistiche dell’occidente hanno cercato con ogni mezzo di tenere la Repubblica Popolare Cinese in una situazione di isolamento, hanno sostenuto la cricca reazionaria di Chiang Kai-shek, riconoscendo al governo di Formosa il titolo di vero e unico rappresentante del popolo cinese: l’obiettivo di questa linea politica era quello di provocare il crollo del regime socialista in Cina, così come analogamente cercava di impedire il consolidarsi degli Stati socialisti nell’Europea occidentale e in ogni parte del mondo. Era quella la politica della guerra fredda, della lotta frontale al comunismo, e la politica estera del governo italiano si è adeguata pienamente a questo indirizzo, accettando senza riserve le direttive dell’imperialismo americano.

Nel corso di questi ultimi anni, però, la realtà internazionale si è venuta modificando profondamente, e sempre più appare insostenibile e senza prospettive la politica della guerra fredda, sempre più si afferma l’esigenza di un rapporto diverso con i Paesi del campo socialista.

I gruppi più reazionari, che pensano di poter ancora giocare la carta dell’anticomunismo ad oltranza e della provocazione, si trovano sempre più isolati, e viene prevalendo in una parte dei gruppi dirigenti dei Paesi occidentali un atteggiamento di realismo politico, fondato sul riconoscimento delle nuova realtà del socialismo nel mondo.

In breve tempo, si sono compiuti in questa direzione degli atti molto significativi: vi è stata la conclusione del trattato tra la Repubblica Federale Tedesca e l’Unione Sovietica, che apre in tutta Europa una nuova prospettiva e affronta in modo completamente nuovo il problema tedesco, si sono fatti dei passi verso la convocazione di una conferenza europea che affronti, con tutti gli Stati del nostro continente, i problemi della sicurezza e delle relazioni pacifiche tra i Paesi di diverso ordinamento sociale, vi è oggi il riconoscimento della Repubblica Popolare Cinese da parte del governo italiano. Questa decisione del governo è il risultato di una lunga lotta condotta alle forze politiche di sinistra e dal nostro partito in primo luogo, e questo primo atto, per essere veramente innovatore, non deve restare isolato, ma ad esso deve seguire in modo coerente una sviluppo di tutta l’iniziativa internazionale dell’Italia.

Si pone anzitutto il problema dell’ammissione della Cina all’ONU, di una presa di posizione dell’Italia che finalmente si sottragga al tentativo americano di impedire il riconoscimento dei diritti internazionali della Cina, e si pone l’esigenza di altri atti del nostro Paese nel senso della distensione e del superamento della guerra fredda, affrontando il problema della Repubblica Democratica Tedesca e del Vietnam del Nord, che ancora non sono riconosciuti dal governo italiano, e riconsiderando nel suo insieme tutta la politica estera italiana.

Noi riteniamo che vi siano oggi le condizioni per questa azione di rinnovamento, e che sia possibile una larga unità delle forze democratiche. L’azione di massa, l’iniziativa popolare, la mobilitazione del lavoratori, saranno anche in questo caso elementi decisivi per determinare una nuova situazione politica, per costruire un nuovo schieramento unitario, per sconfiggere la resistenza dei gruppi conservatori e reazionari.



Numero progressivo: G53
Busta: 7
Estremi cronologici: 1970, 13 novembre
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “Nuova Sesto”, 13 novembre 1970