PROFONDE TRASFORMAZIONI POLITICHE E SOCIALI

sono imposte al Paese dall’impetuosa crescita del movimento operaio

di Riccardo Terzi

Ciò che è caratteristico della situazione italiana è l’esistenza di un forte movimento operaio, le cui capacità di lotta e di mobilitazione sono notevolmente cresciute in questi ultimi anni. Dopo le vittorie sindacali conquistate con le lotte d’autunno, il movimento operaio nonostante tutto le manovre reazionarie del padronato, non ha interrotto la propria azione, si è ulteriormente rafforzato, si è posto più avanzati obiettivi, i quali tendono a modificare profondamente sia l’organizzazione del lavoro all’interno della fabbrica sia la situazione sociale complessive del Paese. È andato, inoltre, avanti il processo di unificazione sindacale, e si sta realizzando un rinnovamento delle strutture del sindacato utilizzando tutte le possibilità di vita democratica nella fabbrica che si sono conquistate con i contratti e con lo Statuto dei diritti dei lavoratori.

Questa rapida crescita del movimento operaio ha provocato sul piano politico, una serie di modificazioni e di processi nuovi, dai quali risulta una situazione molto complessa ed aperta a diversi sviluppi.

In primo luogo, tutte quelle forze politiche che sono più o meno direttamente collegate con il movimento operaio sono state spinte da questa nuova situazione di unità e combattività delle masse a compiere delle scelte più avanzate, sono state cioè spinte verso sinistra.

Si spiega così il nuovo orientamento del Partito Socialista, la sua rottura con i socialdemocratici e con la destra nenniana, e si spiega inoltre tutto il travaglio e la ricerca di nuove prospettive che caratterizzano parti consistenti del movimento popolare cattolico, dalle ACLI alla stessa sinistra democristiana.

Ciò crea condizioni più favorevoli per lo sviluppo della politica unitaria, e già dei risultati si sono ottenuti in questa direzione: nella lotta per le riforme così come nella lotta per la difesa della democrazia si è messo in movimento uno schieramento di forze politiche assai ampio, e non è riuscito il tentativo di impedire ogni passo di collaborazione e di intesa fra i comunisti e le forze democratiche presenti nella coalizione di governo.

D’altra parte, l’avanzata del movimento operaio ha provocato una rabbiosa controffensiva reazionaria che, dopo i falliti tentativi di scioglimento delle Camere, assume ora il carattere della provocazione squadrista.

Questo rigurgito fascista ha assunto delle nuove e preoccupanti dimensioni, e deve essere nostro obiettivo immediato quello di liquidare sul nascere questo tentativo reazionario che tende a colpire e a sovvertire la vita democratica del Paese.

Per sconfiggere i piani del fascismo, occorre anzitutto tenere salda l’unità di tutte le forze democratiche e sviluppare una larga politica di alleanze per impedire che il fascismo possa in qualche modo conquistarsi una base di massa e divenire quindi un pericolo reale.

Le imponenti manifestazioni unitarie e di massa che si sono svolte dopo l’eccidio di Catanzaro costituiscono una prova evidente della giustezza di questa linea politica, e della possibilità di mobilitare nella lotta antifascista le forze decisive del Paese, la grande maggioranza dei cittadini.

Alla luce di queste considerazioni, appare ancora più chiaro l’errore dell’estremismo, che vorrebbe spingere la classe operaia in una posizione di isolamento favorendo così il piano della reazione.

Coloro che rifiutano la politica unitaria, che predicano una linea avventurosa e massimalista, in realtà disarmano la classe operaia e la espongono alla offensiva delle forze di destra. Ed è poi del tutto evidente come tutti quei gruppi “di sinistra” che conducono un attacco rabbioso al Partito Comunista e alle organizzazioni sindacali si assumono una gravissima responsabilità, e non potranno certamente contare su una nostra tolleranza benevola.

In questa situazione, caratterizzata da una grande avanzata della classe operaia e da un tentativo di controffensiva reazionaria, la crisi ed il disfacimento della maggioranza di centro-sinistra si fanno ogni giorno più evidenti. Non può più bastare l’abilità manovriera del gruppo dirigente della DC per tenere in piedi questa coalizione di governo che di fatto si trova divisa su tutte le questioni decisive.

Si tratta allora di lavorare per il superamento dell’attuale governo che dia luogo ad una soluzione di sinistra, ad una nuova maggioranza democratica, e per rendere possibile questa prospettiva è indispensabile anzitutto liquidare la sovversione fascista, consolidare la democrazia e creare sempre più estesi rapporti unitari fra tutte le forze di sinistra.

La vita politica italiana si trova ad una svolta, sta a noi fare in modo che si tratti davvero di una svolta a sinistra che dia inizio ad un rinnovamento profondo di tutta la società.



Numero progressivo: G51
Busta: 7
Estremi cronologici: 1971, 19 febbraio
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “Nuova Sesto”, 19 febbraio 1971