UN CONSENSO PIÙ AMPIO AL GOVERNO DELLA SINISTRA

Il rafforzamento delle giunte in Comune e in provincia

di Riccardo Terzi

L’ingresso del PSDI nelle due maggioranze – Perché l’ente locale può rappresentare un punto di riferimento per l’intera società – Il rapporto di collaborazione con il PSI

Dall’altra sera, dunque, le maggioranze di sinistra al Comune e alla Provincia possono contare anche sui consiglieri del Partito socialdemocratico. Due votazioni hanno sancito questo fatto nuovo: quella che ha respinto le dimissioni della Giunta Provinciale e quella che ha eletto il nuovo esecutivo in Consiglio comunale. A palazzo Isimbardi, la Giunta provinciale dimissionaria è stata reintegrata nelle sue funzioni dai 23 voti del PCI, del PSI, del PdUP e del capogruppo socialdemocratico De Vecchi (l’altro socialdemocratico, Tripodi, non si è presentato in aula). Al Comune di Milano, la votazione per i nuovi assessori si è svolta a tarda notte in tre fasi. Non dovendo eleggere il sindaco (che non si era dimesso, avendo ricevuto i voti di PCI, PSI, PdUP e PSDI fin dal giugno scorso), è stato nominato, alla prima votazione con 42 voti, il compagno Elio Quercioli assessore effettivo. Quindi sono stati eletti tredici assessori titolari, Andreini PCI (42 voti), Baccalini PSI (41), Banfi PSI (42), Capone PSDI (3), Casali PCI (40), Costa PCI (40), Falconieri PSI (40), Korach PCI (41), Malena PSI (40), Mottini PCI (41), Schemmari PSI (41), Polotti PSI (41), Valentini PSDI (44). Quattro voti sono andati anche ai compagni Ferrario e Camagni, un voto ciascuno è andato ai demoproletari Pollice e Capanna (assente quest’ultimo dalla seduta) e al consigliere del PdUP Cominelli. Il socialista e assessore uscente Accetti ha ricevuto due voti. L’ultima votazione ha permesso di eleggere gli assessori supplenti: i comunisti Cuomo e Sangiorgio hanno ricevuto 41 voti ciascuno, cosi come il socialista Milani , mentre l’assessore uscente Aghina ha avuto 40 suffragi. Nei corso della seduta, inoltre, il consigliere Guarnera ha riaffermato la sua uscita dal gruppo DC nel quale era stato eletto (suscitando non pochi atteggiamenti di ostilità tra i suoi ex compagni di partito) e ha annunciato la scelta di astenersi nelle votazioni, alle quali non ha effettivamente partecipato.

 

Con la nomina della nuova Giunta al Comune di Milano, e con la formazione di una maggioranza politica a sostegno dell’Amministrazione provinciale, viene a compimento un processo politico di cui occorre cogliere appieno il valore e il significato.

Nonostante tutto le pressioni che sono stato esercitate nel tentativo di ribaltare la situazione, le Giunte di sinistra si consolidano e dispongono ora di una maggioranza politica organica che, con l’apporto sia del partito socialdemocratico sia del PdUP-MLS, può assicurare governabilità e stabilità.

Si conferma il declino dei ruolo politico della DC nella realtà milanese. Questo partito appare sempre più allo sbando, privo di una linea e di una prospettiva, ridotto a condurre un’opposizione confusa e annaspante.

A partire dalla svolta politica del ‘75 si è venuto creando attorno alle Giunte di sinistra un clima politico di consenso. Nella realtà milanese, in tutta la sua complessa articolazione sociale, il governo locale rappresenta per tutti, anche per chi mantiene posizioni di riserva o di critica, un interlocutore, un punto di riferimento. Vi è la convinzione diffusa che qualsiasi battaglia di rinnovamento richiede, come condizione, la conferma di un quadro politico orientato a sinistra e la sconfitta di ogni proposito di restaurazione.

È in questo clima che matura quel processo politico che ha come sbocco l’allargamento delle maggioranze i sinistra. Nel PSDI c’è stata una discussione interna anche aspra, un contrasto reale, e proprio per questo la scelta compiuta ha un valore politico, è una scelta impegnativa e meditata.

Anche nel PdUP vi è stato un processo politico significativo, che consente un collegamento prezioso e costruttivo con forze sociali e con gruppi che sono stati sin qui gravemente esposti al rischio di una posizione sterile di protesta e di isolamento.

Quanto al PSI, c’è una netta conferma di un rapporto di collaborazione che in tutti questi anni si è sviluppato in modo positivo, pur avendo ciascun partito consapevolezza delle differenti posizioni politiche. Si tratta di portare avanti una politica che è insieme, di unità e di competizione, e che richiede un impegno continuo di ricerca, di confronto, di verifica, a contatto diretto con la realtà e con le esigenze di cambiamento che essa esprime.

Si tratta dunque di un risultato politico che noi consideriamo, sotto ogni profilo, e senza alcuna incertezza, come un fatto positivo, come un successo della nostra politica. Esso è in piena sintonia con la nostra linea di unita e di alternativa democratica, e il frutto di una nostra iniziativa tenace e paziente.

Non crediamo che abbiano molto senso le dispute nominalistiche sulle centralità, sui poli, o sull’egemonia. A noi interessa che vada avanti un processo unitario, basato su rapporti di reciproca lealtà e sul riconoscimento del ruolo autonomo di forze politiche diverse.

Il nostro ragionamento e la nostra linea di condotta non sono viziati da nessuna forma di egemonismo. Così è in tutta la vasta realtà del governo locale, nei Comuni, nelle Province e nelle Regioni. Vi è qui un tessuto unitario saldo, di cui noi siamo parte decisiva, ma mai prevaricatrice, ed è proprio grazie a questa nostra impostazione che forze politiche di diverso orientamento sentono di poter essere, nel rapporto di collaborazione con i comunisti, in piena coerenza con se stesse, liberandosi da quello stato di subordinazione servile che e invece insito nel sistema di potere costruito dalla Democrazia Cristiana.

Se nel nostro Paese, attraversato da una crisi profonda, vi e ancora una tenuta delle istituzioni democratiche lo si deve, in grande misura, a questo tessuto unitario che noi abbiamo costruito.

A Milano la maggioranza di sinistra si costituisce sulla base di un programma che punta a realizzare un obiettivo di sviluppo economico, sociale e culturale.

C’è spesso la tendenza a rappresentare la situazione come dominata da processi di disgregazione e di declino. È questa un’immagine unilaterale e strumentale: questa tendenza ad una rappresentazione della società come sfascio viene da quelle forze conservatrici che sentono come una minaccia la crescita culturale e civile di questi anni, l’emergere di nuovi ceti e di nuovi soggetti politici.

Certo, siamo in presenza di una crisi. E si tratta essenzialmente della crisi di un certo modello politico, si tratta del fatto che vi è una caduta del ruolo dirigente e dell’egemonia del vecchio blocco di potere, imperniato sulla centralità democristiana.

La DC non riesce a cogliere i mutamenti in atto, e si chiude in una difesa miope o integralista di un proprio ruolo dominante che ormai volge al tramonto. Di fronte ad una società che cambia e che pone problemi nuovi, reagisce in modo nervoso, e non riesce a fare i conti, criticamente, con la crisi politica che la investe.

Per questo, crediamo che il nuovo quadro politico milanese non sia transitorio, e che esso non si riduca ad un fatto di schieramento, che sia invece essenziale, per la sinistra, assicurare in modo aperto un raccordo con le forze vive della società.

Vi sono d’altra parte, per tutte le forze democratiche, indipendentemente dalla loro collocazione, dei compiti comuni, vi sono alcune questioni di fondo e di principio che, per loro natura, richiedono la più ampia unita e solidarietà.

Tra queste questioni vi è, in primo luogo, la lotta all’eversione terroristica, ed è preoccupante la polemica e la divisione che si è aperta in queste settimane, e che ha avuto un’eco anche nel dibattito in Consiglio comunale.

È necessario lavorare con il massimo impegno perché sia definita una comune linea di condotta di tutti i partiti democratici, perché di fronte ad un attacco politico che punta a disarticolare e a sfasciare lo Stato democratico si reagisca con una linea ragionata ed efficace di fermezza che non lasci ai gruppi terroristici nessun spazio di manovra.

Il rafforzamento della maggioranza di sinistra a Milano crea condizioni positive e favorevoli alla ripresa di un dialogo politico e di un confronto.

Nel momento in cui il Paese attraversa un momento di grave difficolta e tensione, è certamente di grande valore il fatto che in una situazione decisiva come quella milanese si affermi un processo di unità e si consolidi il ruolo di governo della sinistra.



Numero progressivo: G16
Busta: 7
Estremi cronologici: 1981, 6 febbraio
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “L’Unità”, 6 febbraio 1981