UN SUCCESSO DELLA LINEA DELL’INTESA

Il valore dell’ingresso del PSDI nella giunta comunale di Milano

di Riccardo Terzi

L’ingresso del Partito Socialdemocratico nella maggioranza della Giunta del comune di Milano è un fatto di politico di notevole importanza, non solo per quello che significa in sé ma anche come occasione per un chiarimento delle prospettive e degli obiettivi delle singole forze politiche.

Dopo le elezioni del 15 giugno, si trattava anzitutto di impedire che il risultato elettorale venisse tradito, ed evidentemente il criterio fondamentale di giudizio era dato dal rapporto con il nostro partito, dal superamento o meno della pregiudiziale anticomunista. Potevano essere ricercate soluzioni graduali e intermedie, e c’era in questo senso la nostra piena disponibilità.

Ma come è noto la Democrazia Cristiana, dopo qualche incertezza e dopo una discussione interna travagliata, ha deciso di assumere una posizione rigida, escludendo ogni intesa anche parziale col PCI. Da questo stato di cose è venuta la decisione, pienamente giustificata e legittima, di dare vita ad una amministrazione di sinistra, basata sull’impegno unitario di comunisti e socialisti, ed aperta ad altri contributi.

Abbiamo sempre evitato, però, di considerare questo sbocco come un punto d’arrivo, perché eravamo ben consapevoli della necessità di allargare i consensi, di creare un rapporto positivo con forze sociali e politiche diverse, ed in questa direzione appunto si sono concentrati gli sforzi della nuova Amministrazione comunale, che ha fatto discendere tutti i suoi atti fondamentali, come il nuovo Piano regolatore, da una larghissima consultazione delle organizzazioni sociali, così da poter configurare una linea politica che tenga conto della pluralità di interessi e della complessa articolazione sociale della città.

D’altra parte, la Democrazia Cristiana ha cercato di dar vita ad un “fronte delle opposizioni”, di mettersi alla testa di un’ampia coalizione che, nel Consiglio comunale e nella città, conducesse una lotta frontale contro la Giunta di sinistra. Questa linea non ha avuto successo, e la formazione di una nuova maggioranza, con la partecipazione organica nel PSDI, è la prova visibile di questo fallimento.

La pretesa della DC di essere una forza guida dello schieramento di opposizione e di trascinare le altre forze politiche sulla linea dello scontro frontale ha incontrato resistenze e suscitato reazioni sempre più nette. Nel Partito Repubblicano si è aperto un dibattito assai interessante, al cui centro stava il problema dei rapporti con i comunisti. È uscita battuta la linea oltranzista, molto vicina alla posizione della destra DC, e si è affermata una posiziona nuova, che vuole assegnare al PRI un ruolo pienamente autonomo, in un confronto aperto e non viziato da pregiudiziali ideologiche, con tutte le forze politiche democratiche. Per quanto riguarda la socialdemocrazia milanese, la sua scelta attuale non è affatto una disinvolta manovra trasformistica, ma la conclusione meditata di un processo politico da tempo in atto e di una battaglia interna al partito che il gruppo dirigente milanese ha condotto contro la segreteria di Tanassi, nella convinzione che lo spazio politico del PSDI non sia da ricercare all’ombra delle forze conservatrici, ma piuttosto in quell’area di democrazia laica e progressista che ricerca un confronto ed un’intesa con il movimento operaio organizzato.

È stato questo un processo contrastato, non lineare, reso ulteriormente difficile dalla vicenda del MUIS, dalla decisione cioè di un gruppo consistente di quadri a di militanti di lasciare il partito o di avviare un processo di confluenza nel PSI. L’approdo attuale configura una situazione nuova, ponendo fine a quelle contrapposizioni tra socialisti e socialdemocratici che hanno caratterizzato una lunga fase politica e che sono state abilmente stimolate e strumentalizzate dalla DC. Ma non c’è soltanto questa ripresa di un discorso unitario nell’ambito dell’area socialista, c’è anche – e sta qui il più rilevante elemento di novità – la convinzione che i problemi dalla società italiana di oggi e della prospettiva socialista richiedano un confronto, una ricerca, una elaborazione nuova, a cui devono partecipare tutte le forze della sinistra, tutte le componenti del movimento operaio. Siamo ben lontani cioè da quella impostazione che aveva caratterizzato l’unificazione socialdemocratica, che era stata un elemento di divisione del movimento operaio e che traeva il suo alimento ideologico dalla campagna anticomunista.

Questa più ampia unità tra le forze della sinistra assicura al Comune di Milano una maggioranza solida e rappresentativa, in grado di portare a termine il proprio mandato e di realizzare le linee programmatiche concordate. Riteniamo positivo anche il fatto che il gruppo di Democrazia Proletaria abbia assunto una posizione non ostile alla formazione di questa nuova maggioranza, riservandosi di precisare meglio la propria posizione politica alla luce dei prossimi impegni programmatici.

In generale, si tratta di ricondurre il dibattito e il confronto nel Consiglio comunale e nella città sul terreno delle scelte concrete, degli obiettivi da perseguire, delle priorità cui deve conformarsi l’azione della amministrazione comunale; superando le asprezze e le intolleranze che in questa prima fase hanno spesso prevalso rispetto all’esigenza di un confronto oggettivo e sereno. C’è, in sostanza, un problema di clima politico, che dipende innanzitutto dal rapporto che si stabilisce tra maggioranza ed opposizione. Ponendo questo problema, non intendiamo rivolgere prediche moralistiche a nessuno, e crediamo necessario riflettere criticamente anche sull’azione della maggioranza.

Non c’è dubbio però che la condizione essenziale per creare un clima politico più costruttivo è che la Democrazia Cristiana isoli al proprio interno le posizioni avventuristiche e provocatorie e si cimenti davvero in un confronto democratico attuando nei fatti la linea che ufficialmente è stata ribadita nel corso dell’ultimo dibattito congressuale. Ormai, dopo un anno e mezzo di attività della nuova Amministrazione, l’illusione di provocare nella città di Milano un’ondata di destra, capace di ribaltare i rapporti di forza, non è più sostenibile.

Oggi più che mai appare velleitaria ed insensata la linea dello scontro frontale. Si tratta allora di realizzare in modo corretto un dibattito politico e amministrativo a tutti i livelli, nel rispetto del ruolo che spetta alle diverse forze politiche. Per quanto ci riguarda, abbiamo sempre sottolineato l’esigenza di ricercare momenti di intesa e di collaborazione, e resteremo fedeli a questa impostazione

Il successo conseguito con l’allargamento della maggioranza non vuole significare, quindi, un irrigidimento verso altre forze, una chiusura al contributo anche critico dei partiti di opposizione. Esso è invece la conferma della giustezza di una linea che tende alla costruzione di larghe intese democratiche, al superamento delle pregiudiziali ideologiche e dei settarismi di partito.


Numero progressivo: G38
Busta: 7
Estremi cronologici: 1977, 9 febbraio
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “L’Unità”, 9 febbraio 1977