IL NO DEL PAESE ALLA VIA SOCIALDEMOCRATICA

di Riccardo Terzi, senza firma

Nell’ultimo numero del nostro giornale avevamo detto che «i socialdemocratici non faranno molta strada, ma verranno presto isolati e sconfitti». Le elezioni politiche sono giunte come una chiara conferma di questo giudizio politico: davvero non hanno fatto molta strada, e, nonostante l’arroganza della loro propaganda, hanno dovuto registrare una diserzione di massa del loro elettorato ed una assoluta indifferenza dei giovani per la loro politica.

Vi è, certo, il tentativo di minimizzare la sconfitta, di far finta che nulla di nuovo sia accaduto. Ma è un tentativo ridicolo, se viene messo in rapporto con le grandi ambizioni con cui era sorto il PSU. L’unificazione con i socialdemocratici era presentata come un grande avvenimento storico, che avrebbe finalmente riunito sotto un’unica bandiera tutte le forze del socialismo italiano. Che cosa è accaduto invece? È accaduto che le forze migliori, più combattive e più coscienti, del movimento socialista hanno rifiutato la linea politica del PSU, e si sono organizzate nel PSIUP e negli altri gruppi socialisti di sinistra, ed hanno stretto con i comunisti dei rapporti di collaborazione unitaria, nella convinzione che nessuna unità è valida senza l’apporto del Partito Comunista. La grande unificazione, esaltata con tanta retorica da Nenni e compagni, si è risolta dunque in una piccola e fiacca operazione di vernice, che ha giovato esclusivamente alla componente socialdemocratica. I risultati elettorali sono, a questo proposito, espliciti: nessuna perdita hanno subito le forze dell’ex-PSDI e tutto il peso della sconfitta va a gravare sui socialisti, i quali sono oggi costretti a riconoscere di aver condotto una politica suicida, che si è rivolta contro di loro.

Oggi è in corso, nelle file del PSU, un’ampia discussione ed una lotta fra le diverse posizioni politiche. Lo scoraggiamento provocato dei risultati elettorali spinge i militanti socialisti ad una riflessione autocritica, che noi riteniamo assolutamente necessaria. Le elezioni hanno insegnato che non è possibile, senza pagare un alto prezzo politico, mettersi contro la spinta unitaria della classe operaia, non è possibile restare un partito di classe conducendo una politica di subordinazione alla DC. La DC ha fatto il suo gioco: si è servita dei socialisti, li ha resi responsabili della condotta del governo, li ha spremuti, e ora vorrebbe continuare sulla stessa linea, lasciando che siano i socialisti a pagare tutto il prezzo del fallimento del centro-sinistra. Questo gioco della DC non deve riuscire, e la discussione iniziata all’interno del PSU deve condurre ad una nuova situazione politica, e cioè alla sconfessione delle posizioni socialdemocratiche ed alla ripresa del dialogo tra tutte le forze della sinistra.

Una politica unitaria è possibile: lo dimostra il successo della lista delle sinistre unite al Senato, lo dimostrano le numerose adesioni che ha incontrato la nostra politica che tende alla più ampia e articolata collaborazione di tutte le forze di sinistra. Per i socialisti, collocarsi al di fuori di questo processo, rompere i legami con le forze decisive del movimento operaio, rappresenterebbe davvero la fine della loro funzione, vorrebbe dire adattarsi ad essere il rimorchio della Democrazia Cristiana.

L’epoca del centro-sinistra è finita: chi oggi parla di rilancio di questa formula, intende in realtà accettare che prevalga nel Paese la volontà conservatrice della DC, che si realizzi una nuova sterzata verso destra.

In questo momento, diventa quindi importante non tanto discutere sugli errori del passato, ma fare delle scelte nuove, trovare insieme una prospettiva. Questa ricerca unitaria, che sia condotta da tutte le forze della sinistra, è una esigenza urgente, se vogliamo prepararci alle prossime scadenze della lotta politica e per affrontare le prossime elezioni amministrative, senza equivoci e ambiguità.

Anche a Sesto si è accennato all’eventualità di una diversa maggioranza, e a questo obiettivo lavora il partito della DC; noi attendiamo dai socialisti una decisione chiara, che non lasci spazio all’opportunismo, all’equivoca politica di chi si rende disponibile per ogni tipo di maggioranza.

Le elezioni del 19 maggio hanno sottolineato con forza la necessità della politica unitaria. In questa direzione dovremo fare, nei prossimi mesi, dei nuovi passi in avanti.



Numero progressivo: G101bis
Busta: 7
Estremi cronologici: 1968, 31 maggio
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “Nuova Sesto”, 31 maggio 1968