OGGI PIÙ FORTI

di Riccardo Terzi, senza firma

Il 19 maggio sarà ricordato nella storia politica italiana come una data importante, che segna la sconfitta del centrosinistra.

La classe dirigente italiana, messa alle strette dall’opposizione popolare, aveva elaborato e organizzato una politica di riassorbimento del movimento operaio, mediante l’enunciazione di un piano di riforme, e la collaborazione governativa con uno dei maggiori partiti della sinistra, con il PSI.

Ma proprio quando questa strategia avrebbe dovuto dare i suoi frutti, quando pareva ormai raggiunto il risultato della totale neutralizzazione delle forze socialiste, ci si è accorti di non aver messo nel conto, la coscienza di classe dei lavoratori, che resiste al di là delle manovre politiche e che non si è lasciata offuscare dalla facile demagogia dei partiti di governo.

La classe operaia è rimasta all’opposizione, si è schierata con in partiti che hanno saputo con coerenza condurre una lotta politica contro tutte le manovre governative e contro l’ideologia della rassegnazione, predicata dai socialdemocratici. In questo consiste la sconfitta del centro sinistra, che si ritrova oggi, dopo cinque anni, a dover ancora affrontare quegli stessi problemi che l’avevano fatto sorgere. Lo scacco dei socialdemocratici si presenta in modo vistoso: tutta la loro demagogia e la loro arroganza anticomunista hanno fatto la fine di un pallone sgonfiato. Ma, dietro l’insuccesso del PSU, vi è l’insuccesso di tutta una classe dirigente, di tutte le forze conservatrici, che sulla linea del centro-sinistra avevano puntato le loro ultime carte.

I dirigenti della DC, che hanno potuto lasciare inalterata la forza elettorale del loro partito, non possono per questo dichiararsi soddisfatti. Essi sanno bene che il successo comunista ed il crollo dei socialisti unificati rappresentano un prezzo troppo alto e costringono il partito di maggioranza a rimettere in discussione tutta la sua linea politica. Quello della DC è un successo soltanto apparente, è una di quelle vittorie che si pagano care.

E ora la battaglia deve continuare, allargando l’unità delle forze di sinistra, rafforzando il Partito Comunista, estendendo in tutto il Paese le lotte sociali dei lavoratori.

«È ora di cambiare» è stata la nostra parola d’ordine, tutti quelli che stanno lottando per cambiare ci hanno sostenuto nella nostra battaglia politica. Questa parola d’ordine non la lasciamo cadere a elezioni avvenute, ma ripetiamo oggi che solo cambiando politica e cambiando maggioranza di governo si possono raccogliere le esigenze popolari e si può iniziare la costruzione di una società più umana. E rinnoviamo il nostro appello a tutti quelli che intendono lottare davvero per il socialismo, perché nella lotta si ristabilisca l’unità e si coalizzino le forze.

Oggi siamo più forti di ieri. Dobbiamo quindi lottare con maggiore fiducia e con maggiore energia.



Numero progressivo: G101
Busta: 7
Estremi cronologici: 1968, 31 maggio
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “Nuova Sesto”, 31 maggio 1968