L’IPOCRISIA LI RENDE SORDI
di Riccardo Terzi
Tre ore di dibattito per la Cecoslovacchia, cinque minuti per il Messico. Democristiani e liberali, che si sono dimostrati così sensibili difensori della libertà dei popoli, o almeno volevano far credere di esserlo, all’improvviso sono diventati sordi e taciturni.
Dovendo affrontare nel Consiglio Comunale il problema del Messico, delle repressioni sanguinose che hanno colpito studenti ed operai, hanno assunto un’aria svogliata, annoiata: «Sì certo, siamo d’accordo anche noi, però non tocchiamo le Olimpiadi».
Questo è stato tutto il loro discorso, non una parola di più. L’unica preoccupazione era per i giochi olimpici, e nessun segno di commozione si è manifestato per le vittime, per i giovani studenti assassinati.
Ecco la logica di questi campioni della democrazia.
Quando in un Paese socialista vengono alla luce difficoltà, errori, allora sono subito pronti a dire: «Vedete questo è il sistema socialista, questi sono guasti ineliminabili, che dimostrano il carattere malsano del sistema socialista.»
Se, invece, il capitalismo ricorre alla ferocia delle repressioni, al terrore (e questo avviene non solo nel Messico, ma in tutta l’America Latina, in tutti i Paesi del terzo mondo ed anche nella nostre civile Europa), allora questi abilissimi e ipocriti difensori della democrazia compiono una ritirata strategica.
In Messico hanno ammazzato centinaia di giovani democratici. In Grecia vi è un regime di oppressione fascista. Nel Vietnam si tenta lo sterminio di un popolo intero.
Tutto questo è spiacevole, certo, ma guai a noi se dovessimo, solo per questa piccole cose, condannare la “civiltà occidentale” o negare la nostra amicizia a quei benefattori dell’umanità che si chiamano Johnson, Humphrey, Nixon.
C’è una sola conclusione da trarre. Per questi democratici tutti d’un pezzo, i quali si sentono in colpa se non pronunciano almeno dieci volte in un giorno la parola “democrazia”, c’è una sola legge, un solo criterio di verità: la difesa meschina dei loro interessi di classe, dei loro profitti.
La democrazia, secondo la loro immagine, è una specie di coro di ringraziamento con il quale i poveri e gli sfruttati rendono omaggio ai loro generosi padroni.
Quando i ringraziamenti cessano e si comincia a protestare, allora la democrazia viene messa nel cassetto.
I giovani del Messico hanno avuto il torto di protestare, di ribellarsi; per loro i democristiani ed i liberali non sanno dire nemmeno una parole di solidarietà e di simpatia.
Questo loro silenzio li qualifica meglio di qualsiasi discorso.
Busta: 7
Estremi cronologici: 1968, 18 ottobre
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “Nuova Sesto”, 18 ottobre 1968