RIFORMISMO E LAVORO

Una riflessione di Riccardo Terzi (Spi) sulla vicenda Pomigliano

di Riccardo Terzi – Segretario nazionale SPI CGIL

La vicenda di Pomigliano ha avuto un’evoluzione imprevista. Ne esce scardinato il modello interpretativo dominante, secondo il quale il conflitto sociale, in tutte le sue forme, è solo un residuo delle ideologie novecentesche e siamo ormai entrati nel mondo post-ideologico, dove finalmente si compie la tesi hegeliana che la libertà è solo la coscienza della necessità. Ma mentre per Hegel la necessità è il cammino incontrastato dello Spirito, per gli attuali teorici del post-moderno si tratta più prosaicamente del dominio delle leggi di mercato.

Il caso di Pomigliano avrebbe dovuto rappresentare il grande evento simbolico che segna l’inizio della nuova epoca. Marchionne è giunto perfino ad assimilare l’attuale cesura storica a quella che separa la storia prima e dopo Cristo. Doveva risultare chiaro che non c’è nessuna alternativa al mercato globale, che non c’è più nessuno spazio per la dialettica sociale e per la soggettività delle persone. Tutto era predisposto per la celebrazione del pensiero unico. Il referendum era lo strumento con cui schiacciare ogni residua velleità di resistenza.

Ma tutta l’operazione, come è noto, ha avuto un esito opposto alle aspettative, e tutta la situazione si è riaperta, facendo riemergere una soggettività operaia che si pensava di avere liquidato. È una lezione importante, che va attentamente studiata in tutte le sue possibili implicazioni. Va dato atto alla FIOM di avere svolto una funzione assai importante, rappresentando i lavoratori, tutti i lavoratori, sia nella loro domanda di lavoro, sia nella difesa dei diritti e della loro dignità.

Tutti i lavoratori, comunque abbiano votato nel referendum, sono presi in una morsa, in un ricatto, e il primo compito del sindacato è quello di farli uscire da questa emergenza e di ricostruire un minimo di potere negoziale. Un grande progetto imprenditoriale implica anche un determinato modello sociale, un sistema di relazioni tra i diversi fattori produttivi, una risposta al conflitto, che è nelle cose, tra la soggettività del lavoro e le necessità oggettive della produzione. La Fiat ha cercato di risolvere il conflitto con il comando unilaterale, con il controllo totale, negando legittimità e forza contrattuale alle rappresentanze del lavoro.

Il fatto stupefacente è il coro di adesioni entusiastiche a un tale modello. È stato detto, da più parti, che a Pomigliano c’è l’occasione storica di affermare le ragioni del riformismo contro i vecchi residui ideologici. È la FIOM, come al solito, il capro espiatorio. Il ministro Sacconi è in prima fila in questa crociata. Ed è grave che il governo, in una difficile vertenza, scelga di sostenere con arroganza una sola delle parti in causa.

Dovrebbe essere evidente che la strategia della Fiat e il modello di relazioni che essa cerca di imporre non hanno nulla a che fare con il riformismo. Il riformismo non è la negazione del conflitto, ma è il lavoro di mediazione con cui si cerca di offrire al conflitto uno sbocco condiviso. Il tema del riformismo è la democrazia economica, la ricerca cioè di un modello partecipativo, che valorizzi il lavoro e lo riconosca, a pieno titolo, come uno dei fattori che deve poter concorrere alle decisioni. Ed è questo il nodo tutt’ora aperto: c’è spazio per un confronto, per una discussione, sull’organizzazione del lavoro e sulle strategie di impresa, o c’è il “comando unico”?

Ora, dopo il referendum, si può forse tentare di aprire una nuova fase del negoziato. In ogni caso, negoziare, fino all’ultimo, con tenacia, in un rapporto diretto con i lavoratori, è il compito esclusivo del sindacato. L’autonomia e la responsabilità del sindacato non è altro che la capacità di offrire ai lavoratori gli strumenti per la loro difesa.



Numero progressivo: E14
Busta: 5
Estremi cronologici: 2010, 5 luglio
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagina quotidiano e stampa da file PC
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Sindacali - SPI -
Note: Bozza che presenta alcune frasi in più rispetto al testo a stampa
Pubblicazione: “L’Unità”, 5 luglio 2010. Ripubblicato in “Riccardo Terzi. Sindacalista per ambizione” col titolo “Il referendum alla Fiat di Pomigliano: confronto o comando unico?”, pp. 87-89