UNA PIATTAFORMA PER EVITARE LA GIUNGLA DELLE PENSIONI

Intervista di Giovanni Audifreddi a Riccardo Terzi – Segretario Generale dello SPI CGIL della Lombardia

«È stato un momento importante, che segna un punto di tenuta unitaria vera. Le posizioni di CGIL, CISL e UIL non lasciano margini di manovra o spazi nei quali infiltrarsi». Riccardo Terzi, 62 anni, da un paio di mesi è il nuovo Segretario Generale dello SPI CGIL della Lombardia. Al sindacato regionale dei pensionati è arrivato lo scorso aprile dopo essere stato nella CGIL Lombarda e aver successivamente ricoperto un incarico nazionale sui temi delle riforme istituzionali. Parlando della manifestazione di sabato 6 dicembre scorso, non ha dubbi: «II segnale di unità è stato dato, ora serve un salto di qualità nello scontro con il governo. È arrivato il momento di elaborare una piattaforma definita. Utile per mantenere il livello di coesione tra i sindacati, ma soprattutto per parlare al paese dell’ingiusta riforma delle pensioni.»

 

Una piattaforma modulata su quali punti?

«Certamente per quanto riguarda i pensionati sulla tutela del potere d’acquisto e sulle prospettive previdenziali. Bisogna poi dare delle risposte sulla previdenza integrativa, La riforma del governo Berlusconi è decisamente da rigettare.»

 

Terzi è convinto che CGIL, CISL e UIL siano davvero tornate a formare un fronte comune?

«Il recupero di un clima di convergenze ha richiesto tempo. Qualche differenza persiste, ma si tratta di questioni governabili e non di rottura. Il clima è quello giusto.»

 

Quella di Roma, malgrado la stucchevole guerra di cifre intrapresa anche questa volta dal Governo, è stata una grande manifestazione. Tanti pensionati, tanti giovani, ma questi ultimi dovrebbero essere di più. Non crede?

«Il contributo dei pensionati come sempre è stato davvero consistente. Il Governo ha un atteggiamento schizofrenico fatto di alternanza tra momenti di apparente volontà al dialogo e poi forte scontro con le parti sociali attraverso polemiche sterili. I giovani in piazza c’erano. Ce ne sarebbero di più, se non avvertissero la questione pensioni con una certa distanza, sia per la precarietà del lavoro dei giovani, così spezzettato e discontinuo, sia per una questione di spazio temporale rispetto al momento in cui riceveranno la pensione.»

 

Teme che si possa spezzare il patto generazionale che è alla base del nostro sistema previdenziale?

«Certo si tratta di un’alleanza, quella tra giovani ed anziani, che andrebbe ristabilita con maggior forza. La riforma proposta dal Governo va nel senso opposto. Si prefigura una vera divisione, uno scollamento della società. Se la previdenza pubblica diventa residuale siamo alla giungla.»

 

Torniamo alle questioni prettamente dei pensionati. Ormai il potere d’acquisto è ridotto all’osso. Una situazione delicata?

«La politica dei redditi è ormai fuori controllo, la dinamica dei prezzi sfugge e così anche l’inflazione. I tempi dei rinnovi contrattuali si prolungano all’infinito, esistono naturalmente differenti situazioni tra i pensionati, ma alcune voci pesano molto, ad esempio la sanità ed i ticket. Troppi anziani se la passano male e non hanno le risorse.»

 

Sarà un 2004 di lotte?

«La pace sociale mi sembra difficile. Le basi del consenso di questa maggioranza si stanno logorando. Certo il potere è un forte collante politico ed è difficile prevedere a breve una vera crisi di Governo, ma di certo la popolarità dell’esecutivo sta venendo meno e non c’è un muro compatto nella coalizione, In più alcuni nodi vengono al pettine. Penso al famoso milione per i pensionati. Soldi che non ci sono e che non arriveranno mai. Una delle tante promesse che Berlusconi e Tremonti non manterranno.»

 

Alla guida dello SPI CGIL Lombardia da un paio di mesi, che struttura ha trovato?

«Molto solida, con un’ottima qualità del quadro attivo. I nostri sono tutti combattenti degli anni 60-70. Capifabbrica che sanno fare sindacato e hanno buone capacità politiche, oltre a tanta esperienza. In Lombardia ci sono 450 mila iscritti. Il sindacato risponde non solo al loro bisogno di servizi, ma costruendo un ruolo nella vita sociale, rispondendo alla domanda di relazione, di svago attraverso i viaggi, al bisogno di politica e di partecipazione. Proprio in un momento in cui si cerca di limitare la partecipazione diretta attraverso il bombardamento mediatico e il filtro della tv, il sindacato dei pensionati si muove in controtendenza stimolando l’attivismo di una parte consistente dei propri iscritti.»



Numero progressivo: E36
Busta: 5
Estremi cronologici: 2004, gennaio
Autore: Giovanni Audifreddi
Descrizione fisica: Fotocopia pagine rivista
Tipo: Interviste/Dibattiti
Serie: Scritti Sindacali - SPI -
Pubblicazione: “Noi Oggi”, gennaio 2004